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Questo articolo è stato scritto da stefano stravato

Designer, architetto dell’informazione, invia l’abstract che migliora la vita tua e nostra, entro il 12!

I summit di architettura dell’informazione mi piacciono molto.
L’anno scorso ho partecipato al V summit italiano e al VII europeo a Praga. Mi sono fatto l’idea che queste manifestazioni siano irrinunciabili se vuoi:

  • scrivere qualcosa di sensato e stimolante sul blocco note, dopo un anno di appunti presi alle riunioni,
  • portare a casa un sacco di entusiasmanti case study «di livello» da condividere con quei colleghi musoni che hanno sempre in bocca parole tipo «queste cose mica si possono fare veramente»,
  • fare le domande ai tuoi idoli (che in effetti sono umani come te, le domande le ascoltano davvero con piacere, se ti va bene le tue sinapsi partono, ti illumini e nasce là, sul momento, la soluzione che cerchi da tempo),
  • soprattutto, potere conoscere o incontrare di nuovo dal vivo persone splendide che hai passato un anno a leggere, commentare e ilikeare: per quanto siamo nerd, bere un bel bicchiere assieme fa sempre più piacere che premere un bottone.

Per questo motivo non mi perderò i prossimi summit. Quello italiano si terrà  il 10 e 11 maggio 2012 a Milano e quello europeo dopo l’estate a Roma. E , se sei designer o architetto dell’informazione, ti invito a considerare la possibilità di partecipare in qualità di relatore.

Faccio un cenno al summit italiano 2011, che ha avuto nomi e numeri da manifestazione di qualità e allo stesso tempo un’atmosfera intima e rilassata. Merito dell’organizzazione, che ha trovato la formula per tenere l’attenzione sempre alta.
Un mix perfetto tra star dell’IA italiana e internazionale come Christian Crumlish che ha firmato il keynote introduttivo e speaker alla prima assoluta, selezionati dai «professionisti ed esperti italiani dell’Architettura dell’Informazione dopo una blind peer review» che a mio avviso è stato ottima. Questo mix perfetto ha lasciato noi partecipanti (quasi sempre) incollati alle poltrone e ha prodotto twittate live tali da rendere #iias2011 il trend topic italiano per i due giorni del summit.

Ho scritto «quasi sempre» incollati. Questo aspetto credo sia cruciale. Ci sono state un paio di presentazioni più lente: un po’ per via del presentatore, perché non tutti abbiamo la stoffa dell’anchorman. Un po’ per il tentativo preziosissimo e di inestimabile valore degli organizzatori: cercare interventi originali, prendersi il rischio di fare da talent scout e offrire l’occasione di scrivere un paper a chi non l’ha ancora fatto. Secondo me la scelta è stata premiante. Alla fine il conto non preventivabile  è di un paio di talk non troppo brillanti (durante i quali si posa la matita e si vede cosa hanno scritto gli altri su Twitter) e la scoperta piacevole di alcuni astri nascenti, che oggi brillano nel firmamento dell’IA italiana (e non solo). Mi pare un buon deal.

E allora a questo punto vale la pena di raccontare due storie, quella di Yvonne e di Raffaele.

Yvonne, è una ricercatrice dell’Università per stranieri di Perugia e studia il linguaggio dal punto di vista della sua usabilità. Al summit ci ha sorpreso con un talk costruito sugli ostacoli linguistici che siamo quotidianamente chiamati a saltare. Oltre a farci sbellicare dalle risate mentre ci illustrava con grande serietà concetti mai banali, ha vinto il premio per il miglior paper a pari merito con l’ottimo Ian Eckert autore di “New approaches to location based Services” (splendido e commovente case su una piattaforma web e mobile per lo scialpinismo). Dopo questo talk, Yvonne ha aumentato i suoi interventi in giro per l’Italia, affermandosi come esperta italiana in usabilità delle parole.  L’ultima volta l’ho incontrata a novembre a Roma, in occasione di un suo talk all’Italian agile day. E mi raccontava di doverne preparare subito un altro! Ottimo per lei e per il summit, no?

Raffaele pochi giorni fa ha visto il suo paper «Ethnotelling for user generated eXperiences» diventare un articolo dell’ultimo numero del Journal of information architecture, la rivista di riferimento per gli architetti dell’informazione. Un successo che non capita per caso, ma è frutto di un percorso fatto di  tappe successive: dopo la prima a Milano, Raffaele ha brillantemente discusso le sue tesi con l’attenta platea europea riunitasi a settembre a Praga, all’EuroIA, per poi giungere al pubblico mondiale del Journal.

Insomma, questi «professionisti ed esperti italiani dell’Architettura dell’Informazione» che fanno la blind peer review hanno fiuto e probabilmente portano anche bene. Se avete un’idea per un paper, tiratela fuori e scrivete subito l’abstract: quest’anno tocca a voi!

La call for papers è aperta fino a domenica 12 febbraio.

Puoi proporre un intervento su qualunque argomento, purché attinente l’architettura dell’informazione in senso stretto o i suoi legami con settori limitrofi come la user experience, l’interaction design, la biblioteconomia e le scienze dell’informazione. I contributi possono riguardare l’universo digitale in genere, quello mobile, o quello fisico.

 

AGGIORNAMENTO DEL 6/2/2012

PS: oggi navigando ho trovato due documenti splendidi

  1. il set di foto by lyonora
  2. iias2011

  3. una raccolta dei tweet con #iias2011.

È ai limiti dell’amarcord, ma ci può ancora stare!

 

  • http://lallodola.wordpress.com daniela

    Sono contenta di essermi imbattuta in questo gran bel post: sei proprio riuscito a trasmettere l’aria che si respira durante i summit e non vedo l’ora di partecipare al prossimo. A presto ;)

  • http://www.lyonora.it Leonora

    Grazie Stetto :) bellissimo e utilissimo post! Ci vediamo là

  • yvonne bindi

    Grandissimo Stefano, ci vediamo al summit, se non prima in giro per l’Italia. Un abbraccio enorme.