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Questo articolo è stato scritto da stefano stravato

TAV: voglio il Bilancio di sostenibilità

Ordine pubblico, finanza, commercio, trasporti, anche psicologia. L’argomento TAV viene visto da molte prospettive, tra queste, visto che trattasi di un’opera di interesse pubblico, vorrei approfondire quella della responsabilità sociale d’impresa. Ovvero vorrei discuterne dopo avere condotto un’attenta e consapevole valutazione delle conseguenze economiche, sociali e ambientali. Siamo nell’epoca in cui tutte le più grandi aziende e organizzazioni a scopo di lucro creano dipartimenti e processi di corporate social responsibility e ogni anno fanno a gara per stilare il migliore bilancio di sostenibilità: Enel, Eni, Vodafone, Fiat, Credito cooperativo….
Al momento il migliore bilancio sulla TAV mi pare quello presentato ieri a servizio pubblico da Marco Travaglio.  È di insostenibilità.

Il governo tecnico, tutte le istituzioni e le aziende coinvolte hanno una responsabilità sociale e anche se non vogliono gestire oggi questo aspetto ne dovranno rispondere in futuro.

In Italia, dove la politica viene spesso vista più con un’ottica aziendalista, che di insieme di scelte per il bene comune, le competenze per fare un Bilancio di sostenibilità non mancano. Il governo deve esigere un bilancio di sostenibilità da chi gestisce la TAV,  e poi, se non se la sente di prendere una scelta responsabile, ne chieda conto a ognuno di noi con un referendum. Ci dica:

  1. chi sono gli stakeholder e quali sono quelli che ascolta. Travaglio cita politici del trasversale partito preso, imprenditori disonesti e la ‘ndrangheta;
  2. quali sono gli strumenti e i canali di interazione. Nel bilancio di Travaglio si citano solo le forze dell’ordine, si può migliorare questo capitolo;
  3. quali sono le aspettative degli stakeholder. Al momento si parla di un impatto negativo sulla salute di 10’000 nostri concittadini.

È vero ce un rischio c’è. Alcuni bilanci di sostenibilità, specie in passato, sono stati un esercizio di stile, sfociando nel greenwashing e altre porcate.  Come cittadino italiano credo che  farlo tenendo conto della strategia 2011-2014 impostata dalla Commissione Europea sarebbe un ottimo inizio.

Verso la pace

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