Senza categoria

Questo articolo è stato scritto da stefano stravato

A testa in giù per comprendere l’Information Architecture, un bel regalo di Peter Morville

Questa mattina alcuni architetti dell’informazione italiani, tra i quali Carlo, Federico, Yvonne m’hanno fatto un bel regalo retwittando «Understanding Information Architecture», una presentazione in prezi ideata da Peter Morville e illustrata da Jeff Callender.

Mi sono ritrovato immerso a schermo pieno in un densissimo percorso tra concetti che spiegano magnificamente l’IA, in soli 5 minuti. Ho raccolto tante parole chiave, che hanno effettivamente aperto alcune porte. Si tratta di ricordi ed esperienze che, messi assieme, mi danno il senso personale del mio essere information architect. Li appunto qui (più per me che per voi, che fareste prima a gustarvi la presentazione così com’è!).

Capovolgere una site map per offrire «multiple front doors» agli utenti, mi ricorda A testa in giù, meraviglioso pezzo della mia adolescenza (l’ho già detto che sono appunti per me?).
«Findable social objects», è la sfida per cui a un certo punto ho scelto i servizi e lasciato i prodotti.
The Bridge of Information Architecture

«Bridge builders», per collegare gli utenti ai contenuti, le strategie e le tattiche, le unit e le discipline, le piattaforme e i canali, la ricerca e la pratica. I ponti mi sono sempre piaciuti, a cominciare da quello sulla Drina, raccontato da Ivo Andric, che ispirò la mia tesi di laurea sul sistema di broadcast in ex Jugoslavia e nella quale mi occupai di «discorsi, modelli e pratiche della produzione interculturale». E poi mi piace builders: qualche hanno fa in brainstorming creammo un motto per una piccola agenzia di comunicazione che suonava «everyday image & talks builders».
Ovviamente m’è piaciuto molto «Empathy for the user» che ha una splendida assonanza con un pezzo che potrebbe essere la colonna sonora da cantare assieme a squarciagola prima di affrontare un progetto importante! Infine credo che comprerò Thinking in systems, che viene citato nella presentazione e mi ispira molto.

Che aggiungere? Chiederei a Raffaele, fra gli architetti dell’informazione italiani che non ha retwittato perché è a Nola dall’altra parte dell’Atlantico, di ringraziare  Peter e Jeff, se li incontrerà all’IA summit!